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L’estate segreta di Babe Hardy

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L'estate segreta di Babe Hardy - copertinaHollywood, anni ’30. La coppia Laurel & Hardy è alle prese con un’improvvisa epidemia vampirica, che coinvolge molte stelle del cinema. L’estate segreta di Babe Hardy è una storia a metà fra horror/noir e commedia, condita con la simpatia dei due famosissimi attori. In fondo al post trovate un’intervista all’autore, Fabio Lastrucci.

Forse solo le generazioni più giovani non conoscono Stanlio e Ollio, il duo comico interprete di innumerevoli film, ancora trasmessi in televisione dopo decenni. Usarli in un romanzo comporta al tempo stesso vantaggi e svantaggi, poiché a fronte di un facile coinvolgimento affettivo di chi con quei volti è cresciuto, si tratta pur sempre di figure storiche, inserite in uno specifico contesto culturale e sociale. Questo libro è in parte anche un romanzo storico, ambientato con competenza e popolato da una lunga serie di personaggi iconici (Bela Lugosi e altri) provenienti da quel mondo.

Durante una festa, Oliver “Babe” Hardy si becca un morso e diventa un vampiro. Ciò gli causa perdita di appetito, intolleranza alla luce e un desiderio insaziabile che gli causerà non pochi problemi. Ciò si rivela in realtà solo la superficie del problema: ben presto a Hollywood si scatena l’epidemia, che interessa produttori, attori e maestranze, e attira l’attenzione di un furtivo dottore europeo…

Date le premesse, dovrebbe essere chiaro che non si ha di fronte un horror convenzionale. Il romanzo è anzi in bilico fra le due anime, la risata e il brivido, che prendono temporaneamente il timone in diversi momenti della storia. Questa è forse il suo punto debole, perché in più punti mi sono trovato nell’incertezza – temporanea – di come interpretare una scena. Questa incertezza si affievolisce via via che la storia procede, grazie anche all’incursione di alcuni riusciti personaggi secondari, che non lasciano dubbi sul tenore complessivo della storia.

L’estate segreta di Babe Hardy è un romanzo divertente e scorrevole, ben costruito e impregnato delle atmosfere e i fumi di Hollywood. Lo consiglio in particolar modo a chi ricorda con affetto il duo comico, anche perché ha fornito, nel mio caso, numerosi spunti di approfondimento biografico.

Quattro chiacchiere con l’autore

Ciao Fabio, benvenuto sul blog.
Vuoi presentarci brevemente l’autore?

Ciao Salomon, è un vero piacere essere ospite delle tue pagine. Sono uno scultore/scenografo che ha lavorato per anni per lo spettacolo, scantonando ogni tanto nella sceneggiatura di cortometraggi. Dal 2000 in poi ho dedicato sempre più spazio alla scrittura, passando dai racconti alla pubblicazione di saggistica. Mi interesso soprattutto di narrativa fantastica senza rigidi confini di genere, stranamente, però, il mio primo romanzo breve (Precariopoli – Milena edizioni) è un mainstream sul tema della disoccupazione giovanile, sia pure raccontata col filtro dell’ironia e del paradosso.

Quali sono i tuoi punti di riferimento, come scrittore e come lettore?

Nel mare magnum della letteratura, le letture che mi hanno più segnato sono state quelle in cui la forma del linguaggio aveva una forte riconoscibilità, sia per stile che capacità visionaria. Un approccio che tende a privilegiare “l’occhio” e “l’orecchio”, inseguendo una pittura musicale fatta di parole. Per questo amo autori come Ballard, Capote, Vonnegut, Burgess oltre a umoristi come Wodehouse, Marchesi e Dard. Al cocktail vanno poi aggiunte robuste dosi di Pulp, cinema (Truffaut, Kubrik) e tanto fumetto, da Oesterheld a Gaiman, passando per Chester Gould e Castelli. Non ho mai raggiunto neanche un’unghia dei loro risultati, ma li considero il nord della mia bussola.

Il tuo romanzo deve molto al cinema americano degli anni ’30. Dove nasce questa passione e perché proprio Laurel & Hardy?

Come molti ex-ragazzi degli anni ’70, sono debitore alla Rai di parecchi pomeriggi trascorsi sui grandi Musical con Dick Powell o Fred Astaire, o con i noir in bianco e nero, per non parlare delle imperdibili comiche del sabato, quelle con Ben Turpin, Larry Semon, Lupino Lane (e ovviamente Stanlio e Ollio). Il ricordo di queste icone mi ha sempre accompagnato come se si trattasse di amici d’infanzia, per cui quando mi è scattata l’idea di associare comicità al vampirismo sono tornati prepotentemente a galla nell’immaginario. Voler contaminare i generi è stato un atto d’amore per tutti loro e al tempo stesso un (benevolo) tradimento creativo.

Come ti sei documentato?

Innanzitutto aver letto varie biografie di Laurel e Hardy mi ha fatto scoprire il loro mondo, assai più sfaccettato e affascinante di quanto non s’immagini. Oltre a visionare molti libri, dispense sul cinema, cartine geografiche e guide di Los Angeles, ho setacciato il web per ricavare da siti stranieri le informazioni indispensabili a ricostruire lo scenario dell’epoca. Per farti un esempio, dettagli come la frequenza di trasmissione delle radiopattuglie del’33, oppure gli indirizzi dei divi, o l’orario di alcuni programmi radiofonici sono tutti autentici. A questi ho aggiunto personaggi estrapolati da comics anni 30, contaminazioni storiche e anagrammi (le formule magiche del cimitero sono nomi al contrario di celebri coppie comiche). Infine con continue visite a Street views di Google ho cercato di farmi un’idea dei luoghi e delle distanze, per collocare plausibilmente viaggi e inseguimenti. Un lavoraccio!

Le scorse settimane ho ospitato il team di ALIA e il loro ultimo libro, ALIA Evo. Vuoi parlarci della tua collaborazione con ALIA?

Avevo conosciuto gli amici di CS_libri pubblicando sulle loro antologie Fata Morgana. Poter far parte del progetto ALIA mi sembrava una cosa impossibile, dato l’altissimo profilo degli autori coinvolti, eppure dal numero 3 in poi ho avuto la fortuna di essere imbarcato anch’io in squadra. L’antologia è un laboratorio d’idee meraviglioso da leggere e impegnativo per chi vi partecipa, richiedendo alta qualità e storie fuori dai canoni convenzionali, una sfida ardua. Pur arrancando di brutto per star dietro a tanti formidabili autori, sono felice di aver modo di provarci, nel nuovo numero, poi ho avuto la gioia di poter coinvolgere dei carissimi compagni di viaggio, come Vincent Spasaro e Maurizio Cometto, perfette voci per questo team a geometria variabile.

Hai altre idee in cantiere, in questo momento?

Il cassetto trabocca di progetti accumulati nel tempo e di altri nuovi in corso d’opera. Con Milena edizioni sto per pubblicare Il ritorno dell’Arcivento, un fantasy young-adult illustrato, poi sono in dirittura di arrivo due saggi, uno riguardo il fumetto sf degli anni ’60, l’altro sulla narrativa gotica, scritto insieme al bravissimo Vincenzo Barone Lumaga. Appena tirerò un po’ il fiato, vorrei finire anche un thriller esoterico ambientato nella Napoli anni ’80 e mettere mano ai due seguiti del fantasy, lettori permettendo. La giornata è troppo breve, purtroppo…

Ti ringrazio per la disponibilità e ti lascio uno spazio, qualora voglia aggiungere qualcosa per i lettori del blog.

Grazie a te, Salomon, direi che ho tracimato abbastanza. Vorrei solo invitare i lettori de L’estate segreta di Babe Hardy a partecipare a un giochino: provare a individuare qualcuno dei circa 30 inside jokes contenuti nel libro. In palio si vince una bella risata.

L'articolo L’estate segreta di Babe Hardy sembra essere il primo su Il Pozzo e lo Straniero.


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